ISEE, evitare di commettere errori per non avere problemi da non sottovalutare. Che cosa fare con molta attenzione.
Lo strumento principale per ottenere agevolazioni, prestazioni e bonus è l’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente). Si tratta di un valore desunto dalle informazioni fornite dal richiedente all’INPS che si occupa di calcolarlo. Gli elementi di cui si tiene conto sono di varia natura: reddituali, patrimoniali e anagrafici.
Il documento con il quale fornire queste informazioni è la DSU (Dichiarazione unica sostitutiva) che infatti contiene tutti i dati necessari. proprio in questo periodo l’ISEE ordinario è scaduto e quindi è necessario rinnovarlo per confermare le prestazioni cui si ha diritto. La procedura che sia inviata proprio la DSU per fornire tutti dati del caso.
Come accennato gli elementi da comunicare sono di tipo diverso dal reddito, mediante la dichiarazione dei redditi con modello 730 o modello Redditi Persone Fisiche (PF), al patrimonio, con le attestazioni dei titoli mobiliari posseduti. Anche la parte anagrafica è molto importante, poiché la composizione anagrafica della famiglia determina la scala di equivalenza.
Una delle informazioni da fornire riguarda i depositi in conti correnti bancari o postali o le giacenze delle carte elettroniche. Sono dati importanti la cui omissione determina problemi seri, con conseguenze che dipendono dalle circostanze e dall’intenzionalità dell’omissione. Dunque occorre fare attenzione nel momento in cui si inviano queste informazioni, anche le semplici dimenticanze sono pericolose.
Un dato non corretto o addirittura mancante potrebbe spingere l’INPS a invalidare l’ISEE, rendendo così non possibile l’accesso a agevolazioni e prestazioni sociali a cui si avrebbe diritto. Ma non solo, un ISEE ritenuto non conforme potrebbe causare anche la revoca della prestazione, ad esempio il bonus nascita o quello asilo nido. Ma la revoca dei benefici non l’unica conseguenza, esiste la concreta possibilità della richiesta di restituzione delle somme ricevute indebitamente.
L’INPS in presenza di errori o omissioni richiede la rettifica dei dati errati. Qualora non le correzioni non avvenissero si rischiano sanzioni pesanti. Sanzioni che possono essere amministrative, ma anche penali nei casi più gravi. Ricordiamo che la percezione indebita di erogazioni pubbliche con l’uso di documenti falsi, non veritiere o con omissioni è un reato.
Dipende naturalmente dall’entità della somma indebitamente percepita, oltre i 4mila euro la sanzione diventa penale e si rischia addirittura il carcere. Quindi occorre prestare attenzione ai dati che si forniscono a cominciare dalle giacenze medie annue e dai saldi finali di conti correnti e carte di pagamento elettroniche.
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