Nel 2025, gli importi delle pensioni minime saliranno leggermente rispetto a quelli previsti per l’anno in corso: quali saranno gli aumenti.
In queste ultime settimane, il tema delle pensioni è rimasto a lungo al centro del dibattito, considerate le disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2025, approvata dalla Camera dei Deputati nei giorni scorsi ed approdata in Senato per l’ok definitivo.
Il Governo, oltre al ritorno al meccanismo a scaglioni per la rivalutazione degli assegni in base al tasso di inflazione Istat, ha stabilito un aumento straordinario del 2,2% per le pensioni minime, una percentuale inferiore rispetto a quella disposta durante lo scorso anno (2,7%). Nel 2025 i trattamenti minimi saliranno leggermente, circostanza che ha suscitato delle polemiche.
Pensioni minime, di quanto saliranno gli importi dal 1° gennaio
Le pensioni, dal 1° gennaio del prossimo anno, saliranno per effetto della rivalutazione secondo i dati dell’Istat, pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Il tasso di inflazione è stato accertato allo 0,8%, percentuale su cui si baserà il meccanismo a scaglioni che tornerà nel 2025, come stabilito dal Governo nella Manovra, così come le forme per il pensionamento automatico.
Secondo il sistema in questione, gli assegni saliranno in base agli importi percepiti, suddivisi in tre fasce: rivalutazione del 100% del tasso di inflazione, ossia 0,8%, per le pensioni sino a 4 volte il minimo; del 90% del tasso (0,72%) per gli assegni compresi tra 4 e 5 volte il minimo Inps; del 75% del tasso (0,6%) per le pensioni il cui importo supera di 5 volte il minimo.
Si tratta di aumenti nettamente inferiori rispetto agli anni precedenti, quando si era verificata una crescita più alta dei prezzi. Nel 2023 il tasso di inflazione, che ha poi ha determinato la rivalutazione delle pensioni, aveva superato il 5%.
Oltre allo 0,8% accertato dall’Istat, il Governo ha stabilito, nel testo della Manovra 2025, un aumento straordinario del 2,2% per i trattamenti minimi, leggermente più basso rispetto al 2,7% disposto lo scorso anno. Gli assegni, dunque, saliranno complessivamente del 3% passando da 598,61 a 616,57 euro. Tenendo conto dell’importo previsto per il 2024 (614,77 euro), l’aumento registrato è di 1,80 euro mensili, circostanza che ha suscitato polemiche.
La pensione minima, introdotta nel 1983, spetta ai soggetti che percepiscono importi pensionistici mensili inferiori ai minimi previsti dalla legge. Per richiederla bisogna presentare domanda all’Inps, attraverso il portale online, accedendo con le credenziali Spid, Cie e Cns, o rivolgendosi ad un patronato. In entrambi i casi andrà allegata la documentazione necessaria. Il calcolo verrà poi effettuato dall’Istituto di previdenza sociale, che verificherà anche i requisiti, tenendo conto del reddito familiare, l’età ed i contributi versati dal richiedente.