I buoni fruttiferi postali sono uno degli strumenti di investimento più utilizzati dagli italiani. Tuttavia, c’è un dettaglio a cui fare attenzione e che bisogna conoscere.
Tra gli strumenti di investimento più apprezzati dai risparmiatori troviamo i buoni fruttiferi postali. La loro sottoscrizione non richiede alcuna spesa, come anche la gestione, e il loro funzionamento è molto semplice: tutto ciò che si deve fare è versare la cifra che si desidera, la quale maturerà interessi a seconda della tipologia di BFP scelta. Prima di procedere, però, c’è un dettaglio di cui bisognerebbe essere a conoscenza.
Di buoni fruttiferi postali ne esistono diverse varianti, tra cui è possibile scegliere in base alle proprie preferenze. Il rendimento cambia a seconda del tipo di BFP sottoscritto, della sua durata e dell’importo che viene investito. I risparmiatori possono decidere di versare una somma anche esigua: la soglia minima, solitamente, è di 50 euro.
Il motivo principale per cui i buoni fruttiferi di Poste Italiane sono una soluzione per cui optano tanti clienti è legato alla loro sicurezza. Infatti vengono emessi da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., un’istituzione finanziaria sotto il controllo dello Stato, che costituisce un ottimo garante a cui affidarsi – soprattutto per gli investitori agli inizi e per coloro che intendono far fruttare i propri risparmi senza correre troppi rischi.
Prima di sottoscrivere un buono fruttifero postale, è bene informarsi sulla normativa di Poste Italiane per capire quale sia la soluzione più conveniente ed evitare di ritrovarsi ad avere a che fare con brutte sorprese. Se da un lato i vantaggi legati alla sottoscrizione di un BFP sono diversi, ci sono anche degli svantaggi di cui tenere conto.
Non tutti i titoli, infatti, possono risultare fruttuosi. Di conseguenza, è importante valutare adeguatamente lo strumento di investimento che si vuole sottoscrivere. Un elemento fondamentale è rappresentato sicuramente dalla loro durata, alla quale bisogna prestare attenzione.
Il buono fruttifero smette di maturare interessi a partire dal giorno seguente alla sua naturale scadenza. L’unica eccezione è data dai BFP ordinari emessi fino al 27/12/2000, con durata di 30 anni (a differenza di quelli successivi, che hanno una durata di 20 anni): questi, infatti, continuano ad essere fruttiferi fino al 31 dicembre dell’anno solare di scadenza del titolo.
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