In vista del 2025, andiamo a vedere quali sono le partite IVA che saranno escluse dal regime forfettario: una svolta significativa dal punto di vista di tasse da pagare.
Come è noto praticamente a tutti, il regime forfettario rappresenta una soluzione agevolata per tante persone che decidono di aprire una attività o di avviare la libera professione usufruendo di una tassazione, per l’appunto, meno gravosa rispetto a quella ordinaria. Come è normale che sia in un contesto di questa natura, però, servono tutti una serie di requisiti che sono necessari per poter avere tale agevolazione. Nel momento in cui non si hanno, allora si perde il diritto preso qui in esame.
Ad oggi per molti sarebbe quasi impossibile avere una partita IVA a condizioni ordinarie, soprattutto per chi ha un fatturato per così dire limitato. Per il nuovo anno, però, ci sono delle partite IVA che si vedranno costrette, per così dire, a salutare in maniera definitiva questo regime forfettario per rientrare in quello ordinario. Andiamo a vedere nel dettaglio chi corre questo rischio e che cosa è importante sapere da questo punto di vista. Augurando a tutti una buona lettura.
Sono diverse per il 2025 le persone che sono a rischio da questo punto di vista. In ogni caso, però, prima di procedere, è importante sapere che anche il regime ordinario ha degli aspetti positivi da valutare assolutamente e che non vanno sottovalutati in senso assoluto. Per partito preso, insomma. I primi che rischiano l’esclusione per il 2025 sono le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva o di regimi forfettari di determinazione del reddito. Stesso discorso anche per i non residenti.
Fanno eccezione, però, da questo punto di vista, coloro che risiedono in uno Stato membro della comunità europea e che producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato. Inoltre, viaggiano verso l’esclusione anche quelli che effettuano, anche in misura prevalente, la compravendita di fabbricati. Rischiano anche gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contestualmente anche a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari.
Le partite IVA intestate a persone che controllano società a responsabilità limitate e che operano in settori analoghi a quelle svolte individualmente non potranno essere a regime forfettario. Inoltre, chiudiamo con coloro che nell’anno precedente, quindi ill 2024, hanno prodotto dei redditi di lavoro dipendente o assimilati di importo pari o superiore a 30.000 euro.
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