Facendo questi 3 semplici gesti all’inizio e al termine delle nostre giornate riusciremo a placare l’ansia. Ecco cosa suggerisce di fare una psicologa.
Negli ultimi decenni il mondo sembra aver realizzato la “profezia” annunciata molti anni prima del guru dei mass media Marshall McLuhan: si è trasformato in un villaggio globale strettamente unificato dalle nuove tecnologie della comunicazione che in tempo reale ci mettono a confronto gli uni con gli altri e con quanto accade da una parte all’altra del pianeta.
Il mondo globalizzato dalla rivoluzione digitale rende ancora più incerto l’io individuale, praticamente schiacciato dalla competizione sfrenata del formicaio globale. Il futuro poi viene messo in pericolo da minacce macroscopiche come guerre, crisi sanitarie, climatiche e economiche. Insomma, non ci vuole molto a capire perché qualcuno ha definito la nostra come la società dell’ansia (o della paura).
In più aggiungiamoci l’estrema volatilità delle relazioni elettroniche che impongono ovunque il modello della connessione di rete, dove basta un click per “disconnettersi” dagli altri (o, viceversa, per essere tagliati fuori, anche sul lavoro). Per placare l’ansia dilagante una psicologa consiglia di fare questi tre semplici gesti alla fine e all’inizio delle nostre giornate.
Lo abbiamo detto: l’ansia è forse la passione dominante della nostra epoca. Come evitare di farci paralizzare dai pensieri angoscianti? La psicologa Sara Crispim, molto attiva sui social, su Instagram suggerisce di fare ricorso alla scrittura terapeutica, un esercizio che lei stessa dice di praticare ogni giorno prima di andare a letto.
Il primo passo da fare sarà quello di comprare quello che l’esperta definisce «il diario dei tuoi pensieri». Alla mattina, invece di prendere subito in mano il cellulare, scriviamo nel diario tre cose che ci proponiamo di fare per il nuovo giorno: lamentarsi di meno, non farsi condizionare negativamente dai colleghi al lavoro, chiamare un amico, ecc.
Un’altra cosa da fare è quella di smettere di autodenigrarci («Loda te stesso», suggerisce la psicologa). Alla fine della giornata – o comunque prima di coricarsi – Sara Crispim consiglia di scrivere «in che modo hai superato le sfide della giornata, quali pensieri ti sono venuti in mente o per cosa sei grato».
Esercitandoci a scrivere i nostri pensieri, la scrittura terapeutica ci permetterà di acquisire una maggiore comprensione e accettazione di noi stessi. Ci sentiremo più calmi e più grati. «D’altra parte, noterai lo schema dei tuoi pensieri e questo può darti indizi preziosi su ciò che ti causa ansia», conclude la psicologa.
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